CAPPELLA PALATINA DI PALERMO. Progetto Muqarnas  4.  Oud in legno di palma.

CAPPELLA PALATINA DI PALERMO. Progetto Muqarnas 4. Oud in legno di palma.

L'idea di utilizzare legno di palma per tentare di costruire un Oud, o meglio sarebbe dire Barbat, scavandolo in unico blocco mi è venuta cercando un materiale più conveniente rispetto a quelli comunemente usati nella liuteria medievale, come tiglio, cipresso, acero o addirittura quercia, come nel caso di un Oud costruito con successo, ma con eccessiva fatica,  da un mio collega. Quando ho notato che l'unico albero raffigurato nelle pitture della Cappella palatina di Palermo (sec. XII) era la Palma, pensai di provare, benchè non si abbia notizia del suo utilizzo in nessuna tradizione di liuteria a me nota, nè occidentale nè africana o orientale.

                                                                                                                

 

Ho completato Supponendo che si tratti di Palma da datteri (Phoenix dactilifera) ho cercato dei tronchi e ne ho trovati moltissimi in zona (Randazzo-Etna), poichè molte piante sono state abbattute negli ultimi anni causa l'attacco di un  parassita. La varietà è Phoenix canariensis.

 

                                                                                            

 

La parte esterna del fusto non promette bene, infatti è molle, fibrosa e pelosa, ma più si va verso l'interno e più la consistenza spugnosa lasca posto a una fibra compatta, sebbene intrisa di acqua.

Appena si aprono i tronchi l'acqua comincia a evaporare dalla superficie tagliata, che appare costituita da una fitta serie di fibre allungate di colore crema immerse in un impasto più tenero color nocciola. Scavando il blocco si estrae con facilità il materiale, utilizzando ascia e sgorbie e via via il materiale va rapidamente asciugandosi. 

                                                                                                                                       

     

                                                                                               

 

Per la facilità della lavorazione sembra che la scelta di questa particolare fibra vegetale, che non può propriamente chiamarsi legno, sia dunque plausibile. Pur rimanendo su uno spessore tra 1 e 2 centimetri, il peso della cassa armonica dello strumento, di dimensioni identiche a quelle di un Oud attuale, si aggira intorno a 1 chilo e 700 grammi. La croce interna di rinforzo pesa circa 180 grammi.

Questa croce serve per sostenere al centro la tavola armonica, prevista in pelle di capra, spessore 0.3 millimetri e per evitare che la tensione della pelle possa curvare i bordi della cassa verso l'interno. 

 

 

                                                   

                                                     

 

In questa fase del lavoro la fibra di Palma resiste, presentando qua e là lievi fessure e spaccature, facilmente riempite e saldate con colla organica. Usare la rasiera in acciaio per la rifinitura esterna non da buoni risultati perchè la superficie si segna con solchi trasversali. Carta vetrata e abrasivi creano molta polvere, ma riescono a rendere liscia e omogenea la superficie dell'oggetto. Ho pensato di praticare un foro nella base della cassa, applicando una rosetta decorativa.

A un mese dall'inizio della lavorazione non si nota alcun ritiro del materiale.

Ho alleggerito la croce interna e praticato due fori nella parete superiore per consentire al suono di passare sotto la fascia metallica traforata che copre la giunta cassa-manico, poi ho incollato la pelle di capra, spessore mm. 0.3.

 

                                                           

 

Ho completato il guscio all'esterno con degli intarsi in osso e infine ho applicato una cera naturale colorata come finitura.

La parte anteriore è costituita da una tastiera in Cipresso decorata con un intaglio riempito di stucco nero, da una fascia in ottone intagliata e decorata a sbalzo e dalla tavola armonica in pelle su cui ho riprodotto a china i disegni che si vedono nell'originale. Ho praticato dei forellini, otto per lato, dentro i due cerchi a china. Il ponticello è in legno di Pioppo, la prima corda in seta, le altre in budello naturale. L'accordatura è per quarte: Do sol re la. Il peso totale è di grammi 2100.

                              

CATTEDRALE DI CEFALU'. Progetto Muqarnas 3.  oud piccolo dai dipinti della cattedrale.

CATTEDRALE DI CEFALU'. Progetto Muqarnas 3. oud piccolo dai dipinti della cattedrale.

Nel 1997 ricevetti incarico dall'associazione culturale "La Corte di Ruggero", nella persona del sig. Giovanni Biondo di Cefalù, di ricostruire uno strumento a corde dai dipinti della Cattedrale della loro città.

Dopo aver studiato le immagini, che risalgono al secolo XII e che da alcuni studiosi vengono attribuite agli stessi artisti che eseguirono le pitture dei soffitti della Cappella Palatina di Palermo, mi resi conto che c'erano due particolari di rilievo: la tavola armonica di colore chiaro senza traccia di fori di risonanza e una fascia scura alla base del manico.

La tavola chiara senza fori è interpretabile come una membrana in pelle, che realizzai utilizzando una pelle di capra come quella dei tamburelli, spessore mm.0,2. La fascia scura, spiegabile come una semplice decorazione, la interpretai all'epoca come uno scalino che consentiva un comodo incollaggio dei bordi della tavola armonica. Questa interpretazione è stata presa in considerazione dal celebre etnomusicologo  Mahmoud Guettat nel suo libro fondamentale intitolato La musique arabo-andalouse, Paris, Les Ouns, 2000, a pag 169.

Oggi ho un'idea diversa a riguardo. La fascia di colore più scuro, presente in tutti gli strumenti a corde di Cefalù e della Cappella palatina di Palermo, assente nelle raffigurazioni di strumenti simili coevi, anteriori e successivi, provenienti da tutta l'area che va dall'Iran fino alla Spagna, era probabilmente una piastra di rame lavorata a sbalzo e forata, oppure in legno, per consentire la fuoriuscita del suono. Si tratta di una caratteristica esclusiva degli strumenti che appaiono nei dipinti siciliani (unica eccezione una raffigurazione egiziana dello stesso periodo, v. raccolta di immagini in: C.Paniagua, El laud arabe medieval).

        

                                       Cefalù                      Palermo                                                                                                                                                                                                                                              

 

Lo strumento, scavato in un solo blocco di Cipresso, con tre cori in budello, venne presentato a Cefalù in una bellissima occasione, creata dal sig. Italo Gomez nell'ambito di un convegno organizzato dall'Università di Palermo. Lo strumento fu suonato da un gruppo di Tunisi, che eseguiva brani della Nuba. Il suono risultava gradevole e potente, apprezzabile anche dai musicisti della tradizione nord africana.

Dopo di allora ne realizzai diversi altri esemplari, richiesti da vari musicisti, mentre il primo fu esposto per alcuni anni all'Osterio magno e in seguito nel Museo della Cattedrale di Cefalù.

 

                                                                   

 

                                                Strumento realizzato nel 1997

 

 L'ultima versione, del 2023, presenta delle novità. Il corpo dello strumento è scavato nel legno di palma e al posto dello scalino c'è una piastra in ottone similoro lavorata a sbalzo e con forature. Le corde sono in budello naturale, tranne i cantini che sono in seta. L'accordatura è una quarta sopra l'Oud: Sol, Do, Fa.

 

 

                                                                             

 

 

                                                                                          

 

                                                                                     Strumento realizzato nel 2023

 

                              

 

 

 

 

 

CAPPELLA PALATINA DI PALERMO. Progetto Muqarnas  2.  Oud piccolo

CAPPELLA PALATINA DI PALERMO. Progetto Muqarnas 2. Oud piccolo

Tra i dipinti della Cappella palatina di Palermo uno mostra due musicisti, seduti sotto una palma, che suonano un Oud e una Qitara (gittern).

 

                                                                                  

 

Quest'ultima ha probabilmente la tavola armonica in pelle, vista la totale assenza di segni che indichino fori di risonanza. Rispetto allo strumento più comunemente rappresentato (in basso a sinistra dai soffitti della Cattedrale di Cefalù, a destra dalla cappella Palatina), questo esemplare sembra essere più esile e non presenta la fascia colorata tra la tavola armonica e il manico, comune anche alle rappresentazioni degli Oud a quattro o a cinque cori e dei Rebab a due e a tre corde. Nella pittura qui in basso a destra il piccolo Oud mostra chiaramente due forature a forma di "M" nella tavola armonica, uguali a quelle dell'Oud della figura dei due suonatori sotto la palma. In questo caso la tavola armonica sarebbe in legno, oppure le due "M" sarebbero delle decorazioni a inchiostro sulla tavola in pelle (?).

 

                 

 

Ho realizzato lo strumento scavando il corpo in legno di palma (Phoenix canariensis) poi ho utilizzato cipresso per il cavigliere, abete per la testa, pelle di capra spessore mm.02 per la tavola armonica, corde in budello, piroli in legno di Tamerice, ponticello in Pioppo. La colla utilizzata è quella organica d'ossa.

Diapason cm.47, peso totale grammi 600.

 

                                  

 

 

  

                 

 

 La finitura esterna della cassa e del manico sono state realizzate con due mani di Gommalacca naturale.

 Il suono è delicato e ricco di armonici.

 

 

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