L'idea di utilizzare legno di palma per tentare di costruire un Oud, o meglio sarebbe dire Barbat, scavandolo in unico blocco mi è venuta cercando un materiale più conveniente rispetto a quelli comunemente usati nella liuteria medievale, come tiglio, cipresso, acero o addirittura quercia, come nel caso di un Oud costruito con successo, ma con eccessiva fatica, da un mio collega. Quando ho notato che l'unico albero raffigurato nelle pitture della Cappella palatina di Palermo (sec. XII) era la Palma, pensai di provare, benchè non si abbia notizia del suo utilizzo in nessuna tradizione di liuteria a me nota, nè occidentale nè africana o orientale.
Ho completato Supponendo che si tratti di Palma da datteri (Phoenix dactilifera) ho cercato dei tronchi e ne ho trovati moltissimi in zona (Randazzo-Etna), poichè molte piante sono state abbattute negli ultimi anni causa l'attacco di un parassita. La varietà è Phoenix canariensis.
La parte esterna del fusto non promette bene, infatti è molle, fibrosa e pelosa, ma più si va verso l'interno e più la consistenza spugnosa lasca posto a una fibra compatta, sebbene intrisa di acqua.
Appena si aprono i tronchi l'acqua comincia a evaporare dalla superficie tagliata, che appare costituita da una fitta serie di fibre allungate di colore crema immerse in un impasto più tenero color nocciola. Scavando il blocco si estrae con facilità il materiale, utilizzando ascia e sgorbie e via via il materiale va rapidamente asciugandosi.
Per la facilità della lavorazione sembra che la scelta di questa particolare fibra vegetale, che non può propriamente chiamarsi legno, sia dunque plausibile. Pur rimanendo su uno spessore tra 1 e 2 centimetri, il peso della cassa armonica dello strumento, di dimensioni identiche a quelle di un Oud attuale, si aggira intorno a 1 chilo e 700 grammi. La croce interna di rinforzo pesa circa 180 grammi.
Questa croce serve per sostenere al centro la tavola armonica, prevista in pelle di capra, spessore 0.3 millimetri e per evitare che la tensione della pelle possa curvare i bordi della cassa verso l'interno.
In questa fase del lavoro la fibra di Palma resiste, presentando qua e là lievi fessure e spaccature, facilmente riempite e saldate con colla organica. Usare la rasiera in acciaio per la rifinitura esterna non da buoni risultati perchè la superficie si segna con solchi trasversali. Carta vetrata e abrasivi creano molta polvere, ma riescono a rendere liscia e omogenea la superficie dell'oggetto. Ho pensato di praticare un foro nella base della cassa, applicando una rosetta decorativa.
A un mese dall'inizio della lavorazione non si nota alcun ritiro del materiale.
Ho alleggerito la croce interna e praticato due fori nella parete superiore per consentire al suono di passare sotto la fascia metallica traforata che copre la giunta cassa-manico, poi ho incollato la pelle di capra, spessore mm. 0.3.
Ho completato il guscio all'esterno con degli intarsi in osso e infine ho applicato una cera naturale colorata come finitura.
La parte anteriore è costituita da una tastiera in Cipresso decorata con un intaglio riempito di stucco nero, da una fascia in ottone intagliata e decorata a sbalzo e dalla tavola armonica in pelle su cui ho riprodotto a china i disegni che si vedono nell'originale. Ho praticato dei forellini, otto per lato, dentro i due cerchi a china. Il ponticello è in legno di Pioppo, la prima corda in seta, le altre in budello naturale. L'accordatura è per quarte: Do sol re la. Il peso totale è di grammi 2100.